lunedì 31 dicembre 2018

Buon anno!


Auguro a tutti che il 2019 sia un anno di riscatto in cui tutti i desideri, anche quelli impossibili, divengano possibili. Basta crederci... In fondo ce lo siamo meritati dopo i tanti desideri espressi e mai realizzati ed ormai scaduti.
Un abbraccio,
#Mollichellaontheroad

Happy New Year!



I wish everyone that 2019 is a year of redemption in which all desires, even the impossible ones, become possible. Just believe in it ... At the end, we deserve it after the many wishes expressed and never realized and now expired.
A hug,
#Mollichellaontheroad 

lunedì 24 dicembre 2018

Buon Natale!


Possa questo Natale portare pace e speranza per un futuro ricco di cambiamenti e soddisfazioni, insieme a un mucchio di regali. Auguri di buone feste!
#Mollichellaontheroad


Merry Christmas! 


May this Christmas bring peace and hope for a future filled with great changes and achievement,along with lots of gifts. Best wishes!
#Mollichellaontheroad

venerdì 21 dicembre 2018

Lo spirito del Natale




Mancano 4 giorni a Natale. Siete pronti?
Il Natale è la principale festa dell'anno, data simbolica della nascita di Gesù Cristo. Il periodo natalizio parte dalla vigilia, il 24 dicembre, fino all'Epifania, il 6 gennaio. Questa festa deriva da una mescolanza e sovrapposizione di feste, confluite poi in una sola di matrice cristiana.
Originariamente, i Celti festeggiavano il solstizio d'inverno. I Romani invece festeggiavano i Saturnali, in onore del dio Saturno, il dio dell'agricoltura. Venivano scambiati doni per augurare un periodo di pace e di prosperità. Successivamente, l'imperatore Aureliano sostituì i Saturnali con la festa del Sole, ovvero veniva festeggiato il giorno più breve dell'anno, il solstizio d'inverno. Nel nord Europa si celebrava invece la festa del raccolto.
Dunque, il 25 dicembre non è la data reale della nascita di Gesù e non ci sono tracce di questa nei Vangeli. Diverse erano state prese in considerazione. La Chiesa Orientale festeggiava la nascita di Cristo il 6 gennaio perché coincideva con l'originaria festa di Dioniso. Solo nel IV secolo d.C., quando il cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero Romano, Papa Giulio I decise di far confluire le feste di origine popolare con la cristianità: nasce così il Natale come lo conosciamo oggi. Molte delle tradizioni, come lo scambio dei doni, l'albero e il presepe, non sono di origine cristiana, ma pagana e solo in seguito hanno assunto questo carattere religioso, unendosi con altre feste di matrice cristiana come l'Epifania, che nasce originariamente come commemorazione del battesimo di Gesù. Il significato religioso attuale è però diverso: poiché rappresenta la fine del periodo natalizio e simboleggia l'avvento dei Re Magi che portano doni a Gesù Cristo.
La festa commemora la nascita di Gesù, ma inaugura anche un periodo di cambiamento e di rinnovamento, caratteristiche che si adattano perfettamente alla religione cristiana. Nell'antichità, la festa inaugurava la fine dell'anno e l'avvento di un nuovo periodo, in cui ci sarebbe stata serenità e prosperità. Nel mondo cristiano non è il passaggio dall'anno vecchio al nuovo, ma la nascita di Cristo stesso che porta e inaugura un nuovo tempo, un periodo di pace.
Il Natale, infatti, provoca emozioni molto forti e contrastanti: c'è chi lo ama e chi lo odia. Quando le feste si avvicinano i sentimenti verso il Natale iniziano a farsi sentire. Qualcuno storce il naso al pensiero di quella giornata, altri tornano bambini e qualcuno prova sensazioni ambivalenti e contrastanti.
Ma perché accade? Una ricerca pubblicata sul British Medical Journal rivela che lo spirito del natale è localizzato in aree specifiche del cervello. Queste aree cerebrali sembrano più attive nelle persone che fanno associazioni positive con il Natale rispetto a coloro che invece non hanno una tradizione felice alle spalle.  Dunque molto del proprio rapporto odierno con il Natale dipende dalle sensazioni registrate in passato.
Le persone che amano o odiano il Natale solitamente non sanno perché si sentono così, lo vivono e basta.
Le emozioni legate al periodo potrebbero dipendere da come abbiamo vissuto le feste durante la nostra infanzia e dal significato che abbiamo attribuito al Natale.
Ad esempio se i genitori hanno trasmesso una sensazione di felicità e gioia nello stare in famiglia, sarà più facile essere predisposti allo spirito del Natale.
Al contrario se abbiamo percepito ansia, tensione e negatività, probabilmente le vivremo con lo stesso sentimento di fatica.
Il consiglio che vi do io è di vivere appieno questi giorni di festa con le persone a cui vogliamo bene. Provate a spezzare gli schemi del passato, liberandovi da ansie e paure. Solo così potrete ritrovare il piacere del Natale!
Auguri,
#Mollichellaontheroad


The spirit of Christmas



There are 4 days left until Christmas. Are you ready?
Christmas is the main celebration of the year, symbolic date of Jesus Christ birth. The Christmas season starts from the eve of December 24th, until Epiphany, on January 6th. This feast derives from a mixture and overlapping of festivals, then merged into one of the Christian matrix.
Originally, the Celts festivals used to spice up the winter solstice. The Romans instead celebrated the Saturnalia, in honor of the god Saturn, the god of agriculture. Gifts were exchanged to wish for a period of peace and prosperity. Subsequently, the emperor Aureliano substituted the Saturnalia with the festival of the Sun, or the shorter day of the year was celebrated, the winter solstice. In northern Europe, instead, the harvest festival was celebrated.
Therefore, December 25th is not the real date of the birth of Jesus and there are no traces of this in the Gospels. Several had been taken into consideration. The Eastern Church celebrated the birth of Christ on January 6th because it coincided with the original feast of Dionysus. Only in the fourth century A.D., when Christianity became the official religion of the Roman Empire, Pope Julius I decided to bring together festivals of popular origin with Christianity: Christmas was born as we know it today. Many of the traditions, such as the exchange of gifts, the tree and the crib, are not of Christian origin, but pagan and only later have assumed this religious character, uniting with other Christian-like feasts such as Epiphany, which was originally born as a commemoration of the baptism of Jesus. The current religious significance is however different: it represents the end of the Christmas period and symbolizes the advent of the Three Wise Men who bring gifts to Jesus Christ.
The celebration commemorates the birth of Jesus, but also inaugurates a period of change and renewal, characteristics that fit perfectly with the Christian religion. In ancient times, it inaugurated the end of the year and the advent of a new period, in which there would be serenity and prosperity. In the Christian world it is not the transition from the old to the new year, but the birth of Christ himself who brings and inaugurates a new time, a period of peace.
In fact, Christmas provokes very strong and contrasting emotions: there are those who love it and those who hate it. When the holidays arrive, feelings about Christmas start. Someone turn their noses at the thought of that day, while others come back children and some others feel ambivalent and contrasting sensations.
But why does it happen? A research published in the British Medical Journal reveals that the spirit of Christmas is located in specific areas of our brain. These brain areas seem more active in people who make positive associations with Christmas than those who do not have a happy tradition behind them. So much of our actual relationships with Christmas depends on the feelings recorded in the past time.
People who love or hate Christmas usually do not know why they feel that way, they just live it.
The emotions related to the period could depend on how we lived the holidays during our childhood and the meaning we attributed to Christmas.
For example, if parents have conveyed a feeling of happiness and joy in being in the family, it will be easier to be predisposed to the spirit of Christmas.
On the other hand, if we have perceived anxiety, tension and negativity, we will probably experience them with the same feeling of fatigue.
The advice I give you is to fully enjoy these days of celebration with the people we love. Try to break the patterns of the past, freeing yourself from anxieties and fears. Only in this way you can rediscover the pleasure of Christmas!
Best wishes,
#Mollichellaontheroad

lunedì 19 novembre 2018

BALLO DEBUTTANTI STRESA 2019




Avete mai sognato di essere una vera e propria principessa? Io sì, fin da bambina. E ancora oggi a 30 anni, non ho smesso di credere che tutti i sogni prima o poi possano diventare realtà.

“I sogni son desideri
di felicità.
Nel sogno non hai pensieri,
ti esprimi con sincerità.
Se hai fede chissà… E un giorno
la sorte non ti arriderà!
Tu sogna e spera fermamente,
dimentica il presente
e il sogno realtà diverrà!”

Vi ricordate di questa canzone? Io la canticchiavo ogni giorno quando ero bambina e ancora oggi quando sono triste ed un po’ sconfortata mi viene sempre in mente per aiutarmi a ritrovare il buon umore ed il sorriso. Ed è stato proprio in una di quelle giornate un po’ così che mi sono imbattuta in un link su Facebook che riportava ad un contest riguardante un evento davvero molto particolare: il Ballo delle Debuttanti di Stresa.
È stato come fare un salto nel tempo, a 12 anni fa, quando sognavo di poter fare il mio debutto in società al compimento del diciottesimo anno di età. Quante volte ho immaginato nella mia mente di scendere le scale di un immenso salone insieme al mio principe azzurro pronto a darmi tutto il suo sostegno, mentre io, emozionata, mi concentravo per non cadere davanti ad un’immensa platea che mi fissava imperterrita, senza staccarmi gli occhi di dosso neanche per un attimo. E poi, una volta terminata la mia regale discesa, mi vedevo intenta a volteggiare per quel vastissimo salone sotto la luce splendente di sfarzosi lampadari di cristallo al ritmo di un valzer. Mi immaginavo proprio come Cenerentola, bellissima e luminosa, con un’aria elegante e fine, da vera principessa.
Era la mia fantasia più grande, più importante a quell’età. Ma la vita non sempre va come te la immagini e le priorità poi crescendo diventano altre. Ed eccomi trasformata da Cenerentola ad un’eroina più moderna, più adatta ai nostri tempi. Una combattente che ha a cuore i diritti delle donne, che si impegna in politica e nelle associazioni civili e che nel tempo libero scrive sul suo blog.
Basta poco, però, per far riaffiorare quella Cenerentola che ha preso il posto dell’eroina più moderna e ciò che leggo sul sito ufficiale dell’associazione #apevco sortisce proprio questo effetto.
Ed eccomi qui a raccontarvi ciò che significa per me poter partecipare come “special guest” al @BalloDebuttantiStresa.
Il #ballodebuttantistresa è un evento di lunga tradizione consolidato da ben 26 anni di storia sulle rive del Lago Maggiore che accoglie, in ogni sua edizione, giovani provenienti da tutta Italia accompagnate dagli Ex-Allievi dell’Associazione Nazionale Scuola Militare Teulié di Milano.
L’idea del Ballo nasce nel 2010 da Giovanna Pratesi (https://www.associazioneapevco.com/chi-siamo/ilpresidente/), Presidente di #apevco (Associazione No Profit Promozione Eventi Verbano Cusio Ossola) che realizza la prima edizione nel 2011, dopo una lunga tradizione gestita da un’altra organizzazione per 14 anni e poi trasferitasi in altra sede. Anno dopo anno il Gran Ballo delle Debuttanti di Stresa si è arricchito di iniziative volte alla promozione del territorio, alla formazione culturale delle partecipanti e alla solidarietà che hanno reso l’evento sempre più importante e significativo a livello nazionale. Il ballo sostiene infatti la LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) del Verbano Cusio Ossola. All’interno della cornice degli eventi collaterali collegati al #ballodebuttantistresa non mancheranno altre attività benefiche di raccolta fondi e di sostegno ad altre associazioni tra cui la Onlus A.Ma.Me.mi che si interessa della cura delle malattie metaboliche.
Un evento all’insegna della formazione culturale, grazie alla partnership con l’Università degli Studi di Milano e del Piemonte Orientale, e la valorizzazione del territorio nel rispetto della tradizione: un fiore all’occhiello per il territorio del Verbano Cusio Ossola e non solo, vista l’attenzione che è stata mostrata da parte di rinomate testate giornalistiche che si occupano di #modaestyle e di @modaestyleblog quali Elle e Gioia, per citarne alcune, e di emittenti locali e nazionali che hanno dato rilievo alla manifestazione trasmettendo in onda su RAI2 con tre collegamenti in diretta dalla trasmissione “Quelli che il calcio”, su “Costume e società”, “Detto fatto” e su RAI 3.
Un esempio che riesce a coniugare i sogni più nascosti di qualunque bambina romantica che sognava di diventare una principessa ai bisogni della società in cui viviamo, nella quale è possibile mischiare l’essenza più fine dell’essere donna alla necessità di avere un bagaglio culturale pesante per farsi strada in un mondo che di romantico non ha proprio più niente.
Un’esperienza che non si riduce banalmente a strumentalizzare l’immagine della donna, ma che punta a renderla ancora più forte, fulcro indissolubile della società moderna, non più nelle vesti di padrona del focolare domestico, ma padrona del mondo.
Perché il mondo è donna. Ed ogni donna è, nel profondo del suo cuore, una principessa. Moderna, ma pur sempre una principessa!

#Mollichellaontheroad  



STRESA DEBUTANTE BALL 2019




Have you ever dreamed of being a real princess? Yes I have, since I was a child. And even today at the age of 30, I have not stopped believing that all dreams can become reality sooner or later.

“Dreams are wishes
of happiness.
In your sleep you have no worries,
you express yourself sincerely.
If you have faith, who knows, maybe someday
fate will smile on you!
 Just you dream and firmly hope,
forget about the present
and your dream will come true!”

Do you remember this song? I hummed it every day when I was a child and even today when I'm sad and a little discouraged it always come to my mind to help me to get in the good mood and to smile. And it was on one of those days a little bit sad that I came across a link on Facebook reporting to a contest about a very special event: Stresa Debutante Ball.
It was like jumping back in time, 12 years ago, when I dreamed of making my debut in society when turning eighteen years old. How many times I imagined in my mind to go down the stairs of a huge hall with my prince ready to give me all his support, while I, excited, I was concentrated do not fall off in front of a huge audience undeterred staring at me, without take their eyes off me for a while. And then, once I had finished my royal descent, I saw myself circling for that large hall under the shining light of some opulent crystal chandeliers to the rhythm of a waltz. I imagined myself just like Cinderella, beautiful and shining, with an elegant and refined look, like a real princess.
It was my biggest fantasy, the most important one at that age. But life is not always like you imagine, and then your priorities become others when you grow up. And here I am transformed by Cinderella to a more modern heroine, more suited to our times. A fighter who cares about women's rights, who engages in politics and civil associations and who writes on her blog in her free time.
It would be easy, however, to bring out the Cinderella who has taken the place of the most modern heroin and what I read on the official site of #apevco has just this effect.
And here I am to tell you what it means for me to be able to participate as a "special guest" at @StresaDebutanteBall.
The # StresaDebutanteBall is an event of long tradition consolidated by 26 years of history on the shores of Lake Maggiore that welcomes, in every edition, young people from all over Italy accompanied by the former students of the National Military School Teulié of Milan.
The idea of the debutante ball was born in 2010 by Giovanna Pratesi (https://www.associazioneapevco.com/chi-siamo/ilpresidente/), President of #apevco (No Profit Association Promotion Events Verbano Cusio Ossola) that makes the first edition in 2011, after a long tradition run by another organization for 14 years and then moved to another location. Year after year, the Stresa Debutante Grand Ball has been enriched with initiatives aimed at the promotion of the territory, the cultural training of the participants and the solidarity that have made the event increasingly important and significant at national level. In fact, the debutante ball supports the LILT (Italian League for the Fight against Cancer) of Verbano Cusio Ossola. Within the frame of the collateral events connected to the # StresaDebutanteBall there will be other beneficial fund-raising activities and support to other associations including the non-profit organization A.Ma.Me.mi, which is interested in the treatment of metabolic diseases.
An event in the name of cultural education, thanks to the partnership with the University of Milan and of Eastern Piedmont, and the enhancement of the territory in respect of its tradition: a feather in the cap for the territory of Verbano Cusio Ossola and not only , given to the attention shown by renowned newspapers dealing with #modaestyle and @modaestyleblog such as Elle and Gioia, to name a few, and local and national broadcasters who have emphasized the event by broadcasting on RAI2 with three live links from the program "Quelli che il calcio", on "Costume e società", "Detto fatto" and on RAI 3.
An experience that is not only trivially instrumentalizing the image of women, but that aims to make it even stronger, the indissoluble core of modern society, no longer in the role of owner of the home, but as the owner of the world.
Because the world is a woman. And every woman is, in the depths of her heart, a princess. Modern, but still a princess!

#Mollichellaontheroad

giovedì 8 novembre 2018

I love shopping: quando comprare è terapeutico


Buone notizie per noi donne ma non solo: per la prima volta, uno studio condotto a Taiwan e in Australia ha scientificamente provato i benefici dello shopping sulla salute. 
Insomma, basta sensi di colpa: lo shopping non fa bene solo all'economia, ma anche alla salute. Addirittura, ci aiuterebbe a dimagrire. È la tesi sostenuta dallo studio scientifico condotto da un pool di ricercatori di Taiwan e Australia su 1.900 volontari di entrambi i sessi e pubblicato sulla rivista specializzata “Journal of epidemiology and community health”.
Gli scienziati hanno scoperto ad esempio che tra le persone over 65 che si dedicano agli acquisti almeno sei giorni su sette il tasso di mortalità è inferiore del 28 per cento rispetto a chi preferisce risparmiare. Questo perché uscire e girare fra i negozi permette di fare costante esercizio fisico e aumenta il buonumore. Ma i vantaggi di dedicare del tempo a se stessi, acquistando gli oggetti desiderati, non finiscono qui. A patto, naturalmente, di non esagerare compromettendo la propria stabilità economica. Anche perché, spiegano i ricercatori, non è necessario spendere molto. Per godere degli effetti positivi dello shopping è sufficiente togliersi qualche piccolo sfizio più volte alla settimana, utilizzando un budget ridotto. Ecco allora perché comprare può fare bene:
- Lo shoppping riduce l'ansia
L'effetto calmante sull'ansia è immediato. A dimostrarlo è stato anche Rik Pieters, docente di marketing all’università di Tilburg, in Olanda. Acquistare ciò che ci piace rappresenta, secondo l'esperto, una “forma di divertimento che in qualche caso può combattere la solitudine e il malessere esistenziale”. Questa sensazione di benessere produrrebbe un'azione ansiolitica naturale. Anche se questo non sempre è vero. Come dimostrano i sondaggi che, tutti gli anni, evidenziano come gli acquisti pre-natalizi rappresentino un motivo di ansia per otto consumatori su dieci.
- Combatte lo stress e rende felici
Gli effetti dello shopping sarebbero positivi anche sullo stress. La scienza ha provato che lo shopping ha anche un impatto positivo immediato sulla felicità. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori dell'università del Michigan, negli Stati Uniti. Lo studio, basato su tre serie di esperimenti diversi a cui è stato sottoposto un gruppo di persone costituito prevalentemente da donne, ha evidenziato che, lungi dall'essere esclusivamente qualcosa di superficiale e vuoto, la cosiddetta shopping-terapia risulta davvero efficace nel minimizzare gli effetti della tristezza e dalla malinconia. Coloro che facevano acquisti, secondo i dati raccolti, erano infatti tre volte più felici di coloro che davano semplicemente un'occhiata alle vetrine e dichiaravano di sperimentare una maggiore capacità di controllo della propria vita.
- Migliora l'autostima
I ricercatori hanno provato anche un altro beneficio degli acquisti: un aumento quasi immediato dell'autostima. Teoria confermata anche da un'indagine condotta su un campione di mille persone dal portale di commercio online Zalando. È emerso che l'otto per cento degli italiani si dedica allo shopping quando si sente giù di morale, perché l'acquisto determina immediati benefici dal punto di vista psicologico. Se sono effettuati in modo oculato, senza quindi compromettere la solidità economica della persona interessata.
- Premia gli sforzi
Facendo shopping diventa più facile anche porsi degli obiettivi a prima vista difficili da raggiungere. Come, per esempio, seguire una dieta o imporsi stili di vita salutari. Acquistare qualcosa di bello in questo caso diventa un premio che ci si può concedere quando la tabella di marcia viene rispettata.
- Offre piccole consolazioni ed occasioni di incontro
Lo shopping può aiutare a consolarsi e quindi a vedere le cose in modo positivo quando tutto sembra non andare per il verso giusto. E questo vale sia per i piccoli disguidi quotidiani sia per le faccende più serie, per esempio quando nasce qualche intoppo in una relazione. A questa conclusione è giunto un gruppo di psicologi americani dell'università dell'Alabama, che ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista Journal of consumer psychology. È emerso che concedersi qualche piccolo lusso aiuta a guadagnare più sicurezza in se stessi e quindi a consolarsi se qualcosa non va bene.
Fare acquisti inoltre può essere un valido aiuto contro la solitudine, come hanno spiegato i ricercatori asiatici. E quindi può facilitare nuove occasioni di condivisione. Lo shopping è infatti la scusa ideale per incontrare un'amica e vivere con lei qualche ora di piacere e svago.
- Combatte la pigrizia e fa bruciare calorie
Lo shopping è anche un nemico naturale della pigrizia e della sedentarietà. L'immediata conseguenza di questo aspetto è la possibilità di tenere sotto controllo i chili di troppo. Secondo la ricerca scientifica, passeggiare per tre ore fra una vetrina e l'altra (quindi senza forzare particolarmente) permette di bruciare 350 calorie, che possono diventare 500 se si decide di evitare ascensori e scale mobili. Questo significa che ogni consumatore può consumare, in media, fra le 1.400 (una uscita a settimana di 3 ore) e le 4mila calorie al mese, queste ultime se si fa shopping almeno 3 volte a settimana per 3 ore. Secondo un sondaggio condotto in Gran Bretagna dal quotidiano Daily Mail, le donne possono arrivare a dire addio addirittura a 15mila calorie in 30 giorni.
Non trovate che sia una bellissima notizia?
#Mollichellaontheroad

I love shopping: when buying is therapeutic


Good news for us women but not only: for the first time, a study conducted in Taiwan and in Australia has scientifically proven the benefits of shopping on health.
In short, stop feeling guilty: shopping is not good just for the economy, but also for health. Indeed, it would help us in losing weight. It is the thesis supported by the scientific study conducted by a pool of researchers in Taiwan and Australia on 1,900 male and female volunteers and published in the specialized journal "Journal of epidemiology and community health".
For example, scientists have found that among those over 65 who are engage in purchases at least six days a week, the mortality rate is 28 percent lower than those who prefer to save money. This is because going out and going around the shops allows you to do constant physical exercise and increase your good mood. But the benefits of spending time on themselves buying the desired objects are not over. As long as you do not exaggerate it compromising your economic stability, of course. Also because, as explained by the researchers, it is not necessary to spend a lot. To enjoy the positive effects of shopping, it is enough to take off a few small whims several times a week, using a reduced budget. Here then why buying can be positive:
- Shopping reduces anxiety
The calming effect on anxiety is immediate. It is proved by Rik Pieters, a marketing professor at the University of Tilburg, in the Netherlands. According to the expert, buying what we like is a "form of entertainment that can in some cases fight loneliness and existential malaise". This feeling of well-being would produce a natural anti-anxiety action. Although this is not always true. As shown by the surveys that, every year, show how Christmas shopping is a cause of anxiety for eight out of ten consumers.
- Fights stress and makes us happy
The effects of shopping would also be positive on stress. Science has proven that shopping has also an immediate positive impact on happiness. This was demonstrated by a group of researchers from the University of Michigan in the United States. The study, based on three series of different experiments to which a group of people consisting mainly of women has been submitted, has shown that, far from being exclusively something superficial and empty, the so-called shopping therapy is really effective in minimizing the effects of sadness and melancholy. According to the data collected, those who made purchases were in fact three times happier than those who simply glanced at the shop windows and claimed to experience a greater ability to control their lives.
- Improves our self-esteem
The researchers tested also another benefit of purchases: an almost immediate increase in self-esteem. The theory is confirmed also by a survey carried out on a sample of thousand people from the online trade portal Zalando from which it is come to light that eight per cent of Italians do shopping when they feel upset as the purchase determines immediate benefits from the psychological point of view, if it is carried out wisely, without thereby compromising the economic soundness of the concerned person.
- Reward our efforts
Shopping becomes easier even to set objectives at first sight difficult to reach. Such as, for example, follow a diet or impose healthy lifestyles. Buying something nice in this case becomes a reward that can be granted when the roadmap is respected.
- Offers small consolations and meeting opportunities
Shopping can help to console ourself and therefore to see things in a positive way when everything seems not to go on the right way. And this is true both for small daily problems and for more serious matters, for example when a hitch is born in a relationship. To this conclusion came a group of American psychologists from the University of Alabama, who published the results of the study in the Journal of Consumer Psychology. It has emerged that allow ourselves some little luxury helps us to gain more self-confidence and therefore to comfort ourselves if something is not right.
Purchasing can also be a great help against loneliness, as the Asian researchers explained. And so it can facilitate new opportunities for sharing. In fact, shopping is the ideal excuse to meet a friend and live with her/him a few hours of pleasure and leisure.
- Fights laziness and burns calories
Shopping is also a natural enemy of laziness and sedentariness. The immediate consequence of this aspect is the ability to control the extra pounds. According to scientific research, walking for three hours between a window and the other (so without forcing particularly) allows you to burn 350 calories, which can become 500 if you decide to avoid lifts and escalators. This means that everyone can consume, on average, between 1,400 (a date of 3 hours once a week) and 4 thousand calories per month, the latter if you shop at least 3 times a week for 3 hours. According to a survey conducted in Britain by the Daily Mail newspaper, women can even say goodbye to 15,000 calories in 30 days.
Do not you find it is a great news?
#Mollichellaontheroad

mercoledì 31 ottobre 2018

La festa di Halloween tra storia, origini, leggende e curiosità




Halloween è la notte magica per eccellenza. E’ una festa che prende sempre più piede anche in Italia, ma forse non tutti sanno che non nasce in America, ma ha origini antichissime europee. La tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows’ Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ha infatti origini britanniche e più precisamente celtiche. Halloween corrisponde infatti a “Samhain”, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra.
Per quelle popolazioni, che si basavano principalmente sull’agricoltura per la sopravvivenza, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre e nella notte del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, ovvero la fine dell’estate, in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi.
A quei tempi era infatti credenza comune, che nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero tanto da permettere a questi ultimi di tornare sulla terra.
Da qui, discese l’uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate nelle zucche, le famose “Jack-o-lantern”, per guidarne il cammino.
Anche l’usanza del “trick-or-treat”, cioè del “dolcetto o scherzetto“, che ogni 31 ottobre fa spostare di casa in casa migliaia di bambini americani vogliosi di dolci e altre leccornie, deriva appunto da questa credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro benevolenza.
Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per rendere omaggio ai defunti.
Secondo la tradizione celtica i momenti di transizione tra due stati, come il cambio di stagione appunto, avevano particolari poteri magici. Samhain era il più grande ed importante momento di transizione dell'anno: portava cambiamento climatico e spostamento della popolazione che avveniva quando cominciava a far freddo ed i pastori portavano il loro bestiame a valle.
I Celti credevano quindi che questo potente momento magico potesse aprire una sorta di connessione con il mondo dei morti, coloro cioè che avevano fatto esperienza dell'ultima transizione, quella tra la vita e la morte.
Si credeva infatti che durante Samhain il mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei morti e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra.
Molte delle attività svolte durante Samhain riguardavano proprio questa credenza ed oggi si sono sviluppate in vere e proprie tradizioni di Halloween.
L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. Si pensi alla festa di Ognissanti e alla commemorazione dei defunti il 2 novembre.
La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata “Tir nan Oge” e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.
Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti così come nel resto del mondo.
#Mollichellaontheroad



The Halloween celebration between history, origins, legends and curiosities





Halloween is the magical night par excellence. It is a celebration that is gaining ground even in Italy, but perhaps not everyone knows that it was not born in America, but it has very ancient European origins. The tradition of celebrating the All Saints Day (in English All Hallows' Eve Day, which was then contracted in Halloween) has indeed British, and more in specific, Celtic origins. In fact, Halloween corresponds to “Samhain”, the Celtic New Year. From Ireland, the tradition was then exported to the United States by emigrants, who, driven by the terrible famine of the nineteenth century, moved numerous to the new land.
For those populations, which were mainly based on agriculture for survival, the new year began on November 1 and on the night of October 31 was celebrated Samhain, or the end of the summer, in which mortals thanked the spirits for the summer crops.
In those days it was in fact common belief that in the late summer night, the barriers between the world of the living and that of the spirits would become so thin as to allow them to return to the earth.
From here descended the use of leaving some sweets in front of the houses’ doors, in order to thank the souls of the dead, or of hanging lanterns made from pumpkins, the famous "Jack-o-lantern", in order to lead their way.
Even the custom of "trick-or-treat", which every October 31 move from home to home thousands of American children eager for sweets and other delicacies, comes precisely from this belief: children disguise themselves as impersonating spirits, visiting families driven by pumpkin lanterns and getting sweets in exchange for their benevolence.
Another custom is to set the table for Halloween dinner by adding one more place, as a tribute to the dead.
According to the Celtic tradition, moments of transition between two states, like the change of season, had particular magical powers. Samhain was the biggest and most important transition period of the year: it led to climate change and population shift occurred when it was getting cold and the shepherds brought their cattle to the valley.
The Celts believed therefore that this powerful magic moment could open a sort of connection with the world of the dead, those who had experienced the last transition, the one between life and death.
It was believed that during Samhain the living world was in close contact with the dead, and that the spirits of the dead were traveling back to earth.
Many of the activities carried out during Samhain concerned this belief and today they have developed into true Halloween traditions.
The advent of Christianity has not completely canceled these festivities, but in many cases it was superimposed on them, giving them content and meanings different from the original ones. This can include the All Saints Day and the commemoration of the dead on November 2.
Death was the main theme of the holiday, in harmony with what was happening in nature: during the winter season life seems to be silent, while in reality it is renewed underground, where traditionally, among other things, the dead rest. From here it is understandable the juxtaposition of Samhain to the cult of the dead. The Celts believed that on the eve of each new year, October 31st, Samhain would call to himself all the spirits of the dead, who lived in a land of eternal youth and happiness called “Tir nan Oge”, and that the spirit forces could join the world of the living, thus provoking the temporary dissolution of the laws of time and space and causing the afterlife to merge with the world of the living and allowing the wandering spirits to wander undisturbed on Earth. Samhain was, therefore, a celebration that united the fear of death and spirits to the joy of festivities by the end of the old year. During the night of October 31, gatherings were held in the woods and on the hills for the ceremony of the Sacred Fire Ignition and animal sacrifices were made. Dressed with grotesque masks, the Celts returned to the village, making light with lanterns made of carved onions inside which the embers of the Sacred Fire were placed. After these rituals the Celts celebrated for 3 days, disguising themselves with the skins of the animals killed to scare away the spirits. In Ireland become wide spreading the use of torches and candles outside the doors, leaving food and milk for the souls of the dead who would visit their families, so that they could refresh and decide not to make jokes to the living.
In the mid-nineteenth century, Ireland was hit by a terrible famine. At that time to escape poverty, many people decided to leave the island and try their luck in the United States, where they created a strong community, like many other nationalities. Inside it were kept alive the traditions and customs of their homeland, and among them at October 31 Halloween was celebrated. Soon, this custom spread throughout the American people, becoming almost a national holiday. More recently, the United States, thanks to cinema and television, has exported the Halloween festivities all over the world, also infecting that part of Europe that had remained foreign to it. In many movies and TV series, the famous pumpkin and the masked children who knock on the doors often appear. And finally, so much are the books and horror stories that take Halloween as a backdrop or as a starting point for their plots. In the United States Halloween has lost its religious significance and rituals, and has become an opportunity to have fun and organize expensive and happy celebrations as well as in the rest of the world.
#Mollichellaontheroad

lunedì 15 ottobre 2018

Tacchi alti e mal di schiena: come sopravvivere




Il tacco alto è una delle più belle invenzioni dell'umanità. Décolleté, stivali, sandali e zeppe… Difficile trovare una donna che non ami i tacchi. Anche chi non ne avrebbe bisogno, perché dotata per natura di gambe lunghe e affusolate, ne possiede più di un paio. Donano eleganza e portamento, allungano la gamba, slanciano l’intera figura, ci rendono più magre e più belle, ma soprattutto ci sollevano da terra e dai comuni mortali. Il mondo da lassù sembra fantastico e ci sorride.
Il loro potere seduttivo è leggenda, ma svariate ricerche sottolineano che un uso prolungato può portare a dolori vari e problemi a postura e articolazioni. Secondo una ricerca condotta alla Stanford University, per esempio, camminare con tacchi alti più di 7 centimetri può facilitare lo sviluppo di artrite, una malattia infiammatoria che colpisce le articolazioni che, non a caso, è due o tre volte più frequente nelle donne che negli uomini. Il motivo: i tacchi modificano l’andatura, soprattutto in chi ha qualche chilo di troppo, causando una maggiore pressione sulle articolazioni delle ginocchia.
Una ricerca condotta dalla Manchester Metropolitan University e dall’Università di Vienna ha dimostrato inoltre che indossare i tacchi alti per lunghi periodi può causare un accorciamento delle fibre muscolari e un ispessimento del tendine d’Achille.
Ma l’effetto negativo più famoso dei tacchi è il mal di schiena. I tacchi, alzando il tallone, spostano il baricentro in avanti. Per ritrovare l’equilibrio, si tende a inarcare la schiena all’indietro, provocando un inarcamento lombare che altera la distribuzione dei carichi sui dischi vertebrali. Chi li indossa solo in occasioni speciali non è esente da questi rischi, anzi: non essendo abituata, adotta una camminata goffa e insicura che accentua la curvatura della schiena e che ricorda vagamente l’andatura di una mummia imbalsamata.
La soluzione: preferire tacchi alti meno di 7 centimetri e con il plateau. L’ideale sarebbe 3-4 centimetri. Anche ballerine e infradito dunque sono deleterie e non solo orribili.
In generale la regola è che le scarpe devono essere comode, anche quelle sportive. Non troppo larghe né troppo strette, per non ostacolare il ritorno venoso. Chi non vuole rinunciare a tacchi vertiginosi, dovrebbe avere l’accortezza di eseguire qualche esercizio di stretching una volta rincasati, per allungare i muscoli del polpaccio, del bicipite femorale e del quadricipite. E poi stare scalzi per un po’, per attivare tutte le articolazioni del piede. Anche fare costantemente pediluvi con acqua fredda ed essenza di lavanda può essere di grande aiuto per non rinunciare ad indossare i nostri amati tacchi.
#Mollichellaontheroad



High heels and back pain: how to survive



The high heel is one of the most beautiful inventions of humanity. Décolleté, boots, sandals and wedges... It’s hard to find a woman who does not love heels. Even those who do not need it, because naturally endowed with long and tapered legs, have more than one pair of them. They give elegance and poise, they stretch the leg, they slender the whole figure, make us thinner and more beautiful, but above all they lift us from the ground and from the common mortals. The world from up there looks fantastic and smiles at us.
Their seductive power is legend, but several research points out that prolonged use can lead to various pains and problems in posture and articulation. According to a research study by the Stanford University, for example, walking with heels high more than 7 centimeters can facilitate the development of arthritis, an inflammatory disease that affects the articulations which is, not surprisingly, two or three times more common in women than in men. The reason: the heels change the pace, especially in those who have a few extra pounds, causing greater pressure on the knees joints.
A research study by the Manchester Metropolitan University and the University of Vienna has also shown that wearing high heels for long periods can cause shortening of muscle fibers and a thickening of the Achilles tendon.
But the most notable negative effect caused by heels is back pain. The heels, raising the feet, shift the center of gravity forward. To regain balance, you tend to arch your back backwards, causing a lumbar arching that alters the distribution of loads on the vertebral discs. Who wears them only on special occasions is not exempt from these risks, indeed: not being used of them, adopts a clumsy and insecure walk that accentuates the curvature of the back and vaguely resembles the gait of an embalmed mummy.
The solution: prefer heels high less than 7 centimeters and with the plateau. The ideal would be 3-4 centimeters. Even ballet flats and flip-flops, therefore, are deleterious and not just horrible.
In general, the rule is that shoes must be comfortable, even sports ones. Not too wide or too tight, so as not to hinder the venous return. Who does not want to give up vertiginous heels, should have the foresight to perform some stretching exercise once back home, to stretch the calf muscles, the biceps femoris and quadriceps. And then be barefoot for a while, to activate all the feet joints. Even taking constant foot baths with cold water and lavender essence can be a great help in order to don’ t give up wearing our beloved heels.
#Mollichellaontheroad

mercoledì 10 ottobre 2018

Le borse: il più grande amore di ogni donna



Che le borse siano una vera e propria ossessione, lo sappiamo molto bene. Abbiamo sempre bisogno di una borsa nuova, non ci bastano mai e siamo disposte a spendere cifre davvero significative.
Ma cosa rappresenta per noi donne la borsa? Cosa si innesca nel nostro cervello fino a convincerci che abbiamo bisogno di una borsa costosissima? Una domanda che si pongono tutti, soprattutto gli uomini, ma non solo…
Oltre a mostrare la nostra personalità ed esprimere il nostro gusto, la borsa che scegliamo rappresenta un vero e proprio status symbol. È per questo che spesso sentiamo dire che non ci sia “un investimento più sicuro e duraturo come quello destinato all’acquisto di una borsa!” Ma perché?
Una borsa nuova ci dà sicurezza, ci rende felici ed appagate perché una borsa è per sempre! Ammettiamolo… tutte noi sogniamo di invecchiare insieme alle nostre costossissime borse e al nostro diamante più prezioso!
Spesso mi sento dire: “Cosa te ne fai di tutte queste borse? Ma stai comprando ancora un’altra borsa? Non ne hai già abbastanza?”. Rassegnatevi… La risposta è no, non ne ho abbastanza e mai ne avrò abbastanza e so che è così anche per tutte voi che leggete il mio blog.
Eppure non è così difficile capire che le borse non ci bastano mai e abbiamo bisogno di comprarne sempre di nuove, bellissime e griffatissime.
Potrete pensare che siamo insicure e che abbiamo bisogno di portare al braccio una borsa che non passi inosservata per sentirci più adeguate nelle sfide quotidiane, ma non è affatto così.
Indossare una borsa stupenda ci fa sentire ancora più sicure di quello che già siamo ed è la storia delle borse a dimostrarcelo. Nell’antichità le borse erano portate dalla servitù, a volte trasportate dagli animali e indicavano uno status sociale inferiore. Il vero cambiamento ci fu dopo la Prima Guerra Mondiale, con l’emancipazione crescente delle donne, per le quali portare una borsa era segno di indipendenza. Le donne avevano i propri contanti e conti bancari, le chiavi delle loro proprietà e delle loro auto e volevano che il mondo le riconoscesse. Quale migliore motivo per indossare una borsa, piuttosto che mettere tutte queste cose in tasche nascoste sotto delle gonne voluminose? Poi le borse cominciarono ad essere riempite pian piano da contenitori di sigarette, accendini e soprattutto dal make up… rossetti, ciprie in polvere, un vero arsenale quotidiano, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui le nostre borse assomigliano proprio a quella di Mary Poppins, strapiene di qualunque cosa pensiamo possa esserci utile per qualunque evenienza.
E allora non sentiamoci in colpa… Iniziamo piuttosto a preparare una lista dei desideri di Natale molto dettagliata e puntuale nella quale non mancheremo di inserire la richiesta di una borsa nuova e voi tutti che fate finta di non capire le nostre esigenze arrendetevi all’evidenza!
#Mollichellaontheroad


Bags: the greatest love of every woman


Bags are a real obsession, we know it very well. We always need a new one, they are never enough and we are really available to spend a lot of money for them.
But what does the bag mean for women? What triggers our brain to convince us that we need a very expensive bag? A question which faces everyone, especially men, but not only...
In addition to showing our personality and expressing our taste, the bag we choose represents a real status symbol. This is why we often hear that there is not "a more secure and lasting investment like the one for buying a bag!" But what’s the reason?
A new bag gives us security, makes us happy and satisfied because a bag is forever! Let's face it... we all dream of growing old together with our very expensive bags and our most precious diamond!
People often ask me "What do you do with all these bags? Are you buying another bag? Do not you have enough bags?". Give up... The answer is no, it’s not enough for me and it will be never enough for me and I know it's the same for all of you who are reading my blog.
Yet it is not so difficult to understand that bags are never enough for us and we always need to buy new, beautiful and designer ones.
You may think that we feel insecure and that we need to bring a bag that does not go unnoticed in order to feel more adequate in daily challenges, but it is not at all like that.
Wearing a beautiful bag makes us feel even safer than what we already are and it is showed by the history of the bags. In ancient times bags were brought by the servants, sometimes transported by the animals representing  a lower social status. The real change came after the First World War, with the growing emancipation of women, for whom carrying a bag was a sign of independence. Women had their own cash and bank accounts, the keys to their property and their cars, and wanted the world recognize them. What better reason to wear a bag than to put all these things in pockets hidden under voluminous skirts? Then the bags began to be filled slowly by containers of cigarettes, lighters and above all by make-up ... lipsticks, powders, a real daily arsenal, up to the present day when our bags are like the one of Mary Poppins , overflowing with whatever we think may be useful for any eventuality.
So do not let us feel guilty... Let's start rather to prepare a very detailed and defined Christmas wishes-list in which we will not fail to include the request for a new bag. So, give up the evidence all you pretending to don’t understand our needs!
#Mollichellaontheroad

Buon anno!

Auguro a tutti che il 2019 sia un anno di riscatto in cui tutti i desideri, anche quelli impossibili, divengano possibili. Basta crederc...